mercoledì 3 marzo 2010

I grandi pianisti italiani: Riccardo Arrighini

Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz
(di Riccardo Barbi)

Sull'onda della sfida di Riccardo Arrighini, di fondere la letteratura musicale classica con il jazz, ho iniziato a frequentarlo per studiare a fondo con lui certi periodi del jazz in modo evoluto ed al tempo stesso per vedere la diretta dell'evento musicGrassettoale più affascinante al quale potessi mai assistere: - La fusione del linguaggio e dell'improvvisazione di tre secoli di storia della musica che prendeva forma poetica e letteraria attraversando la mente e le mani di un pianista unico che ho avuto la grande fortuna di conoscere a fondo. Come si potevano cucire e fondere i fraseggi, i ritmi, le forme, le risoluzioni armoniche, di tre secoli della musica scritta ed estemporanea per orchestre, per piccolo gruppo e per piano solo????!! Nel primo concerto che ho visto di Riccardo in trio (the young Band), esponeva le melodie di Puccini e di Vivaldi, conservandone l'armonia di base e la forza cantabile, poi creava vere e proprie mutazioni genetiche del fraseggio, prima in forma leggera, poi sempre più profonda da non sapere dove era inziato Puccini, Vivaldi e Chopin e quando era iniziata la penetrazione dell'anima ed estetica del blues, dello swing, del be-bop e delle forme più trasgressive di sostituzioni armoniche del jazz. Sono rimasto affascinato dai cambi di frase, che fra l'altro lui chiama ad alta voce, dall'alternanza dei suoi mezzi classici e jazz utilizzati per creare i rispettivi stati di quiete e di fuga. Mi viene ancora da sorridere ripensando al mio continuo stupore per il suo concerto "live", uno stupore che si ripete per ogni suo spettacolo e per ogni suo album.
Riccardo Barbi

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