mercoledì 10 marzo 2010

I grandi pianisti italiani: Riccardo Arrighini

L’artista e il bambino magico creano un nuovo linguaggio musicale che seduce e riunisce nello stesso teatro il pubblico della Classica, della Lirica e del Jazz. (di Riccardo Barbi)

Durante i primi concerti che ho visto dedicati a Vivaldi, Puccini, Chopin, Riccardo conduceva lo spettacolo e affrontava il pubblico con la parola, il racconto, l’aneddoto, il riferimento alla curiosità storica dell’autore, alle sue emozioni particolari legate ai brani o agli artisti viventi e scomparsi, alle macchiette della sua vita riferibili al contesto. Interrogava dolcemente il pubblico come “il saggio delle favole". Era l'uomo e il musicista di cultura che parlava con lo sguardo trasparente e appassionato di un bambino, desideroso di dialogo e di conferme emozionali.

Ogni volta che esegue la Fantasia improvviso Op. 66 n. 1 di Chopin, Riccardo inserisce fra le corde del pianoforte collane, filamenti ed oggetti di vario tipo, per ottenere suoni affascinanti dal sapore multietnico.

La gestualità di Riccardo mentre gioca con gli oggetti e le corde del pianoforte, con il corpo quasi inserito nella sua cassa armonica, pizzica le corde con le mani per produrre suoni ed atmosfere irreali, muove le mani e le braccia sollevandole ripetutamente, sfiora di nuovo le corde con gli oggetti colorati, le collane, dei filamenti di diversi colori. Infine lancia sul palcoscenico tutte queste cose. Prende posizione a sedere, rilassa lo sguardo e si trasforma in Chopin, Charlie Parker, Oscar Peterson, Bud Powel e di tutti gli artisti di jazz che ha amato. ………… I grandi musicisti stanno al gioco appassionati e utilizzano il nostro artista per combinare le loro frasi in un linguaggio "irreale", "mai udito" ed "unico"…………La sensazione che ho, ogni volta che esegue la Fantasia improvviso Op. 66 n. 1, con il vestito elegante, la cravatta lunga rossa come le scarpe, è quella di trovarmi davanti un “Bambino” ed un “Mago”, un bambino dotato di magia, che nello stesso teatro riunisce il pubblico della lirica, dell’orchestra sinfonica e dei Jazz club, spazzando vie le storiche divisioni sociali delle due platee, un bambino che con la danza e la magia ti propone ciò che non si è mai sentito, le emozioni musicali più intime e seducenti, miscelando le composizioni ed improvvisazioni di qualche secolo di grande musica.

Riccardo Barbi


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